Category:Cadaver Synod

Italiano: Il Sinodo del cadavere è stato un processo intentato nell'anno 897 da papa Stefano VI (896-897) nei confronti del predecessore papa Formoso (891-896) accusato di sacrilegio e di essere stato eletto papa illegittimamente essendo lui già vescovo di Porto quindi non potendolo essere anche di Roma. Il processo ebbe luogo otto mesi dopo la morte di Formoso alla presenza di vescovi e cardinali e della sua stessa salma che fu riesumata e rivestita degli abiti pontifici. Formoso fu riconosciuto colpevole e condannato, e tutti i suoi atti e nomine dichiarati nulli. Il cadavere fu spogliato degli abiti pontifici, troncate le dita della mano destra con le quali soleva benedire, buttato fuori, trascinato per le strade ed infine gettato nel Tevere. La salma fu recuperata tre giorni dopo alla foce del Tevere da un monaco che lo tenne celato fino alla morte di Stefano VI. Lo scempio del cadavere, comunque suscitò pochi mesi dopo (estate 897) un'ondata di indignazione e la rivolta del popolo di Roma che catturò papa Stefano, lo depose e lo imprigionò a Castel Sant'Angelo, dove nell'ottobre dello stesso anno fu ucciso per strangolamento. Dopo la sua morte, papa Teodoro II (897) inumò i resti di Formoso nella basilica di San Pietro, mentre il suo successore papa Giovanni IX (898-900) riabilitò completamente Formoso annullando il processo contro di lui, e bruciando tutti gli atti relativi ad esso. Tutta la vicenda si inserisce nelle lotte per l'investitura dell'imperatore fra le fazioni romane quella "filo-germanica" (appoggiata da papa Formoso) e quella "filo-francese" (appoggiata dai Duchi di Spoleto) e ai conseguenti disordini che scoppiavano a Roma e le campagne militari di Arnolfo di Carinzia (incoronato imperatore da Formoso) disceso in Italia in aiuto del papa.