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Español: El secreto de un milionario
Date
Source El Imparcial (Madrid. 1867). 26/3/1884, página 2.
Author Albertomos
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Italiano: traduzione del testo in italiano dallo spagnolo

Il segreto di un milionario

Nella città di Verona avvenne nei giorni passati uno spettacolo curioso. La popolazione del quartiere di santo Stefano era profondamente commossa. Uomini, donne e bambini, tutti erano in strada con l’ansia dipinta sul volto formando gruppetti che vagavano qua e là interrogando ogni nuovo arrivato. I giornali volavano di mano in mano e cento occhi scorrevano contemporaneamente le sue colonne mentre la folla si accalcava intorno a chi leggeva ad alta voce interrompendolo ad ogni istante con mille esclamazioni e commenti.

Il fatto che tanto profondamente emozionava quella gente era un suicidio. La vittima, il “duca di Santo Stefano”. Il “duca di santo Stefano” potrebbe essere il personaggio di una interessantissima novella.

I giornali avevano parlato molto di lui e più di una testa femminile aveva sognato con la fantastica e misteriosa figura del giovane Siro Zuliani.

Fino a pochi anni fa era impiegato nella casa Laschi, contrattista di opere. Aveva uno stipendio di 200 Lire al mese e qualche gratifica. Improvvisamente comprò una casa nel quartiere di Santo Stefano, dove era nato, la rase al suolo e la ricostruì di nuovo e la ammobiliò sontuosamente. Egli stesso disegnò il progetto del suo palazzo e si intese con capi opera, decoratori e pittori, senza lesinare sui prezzi.

Era splendido, favolosamente splendido, spargeva a piene mani il denaro, senza che nessuno, neanche la sua stessa moglie, conoscesse l’origine di tanto oro. Molte erano le congetture circa la improvvisa ricchezza, ma nessuno poteva dire nulla di certo.

Il giornale “l’Arena” pubblicò pochi mesi fa un articolo alludendo alla misteriosa fortuna di Zuliani e affermando ironicamente che dovette imbattersi in un’anfora piena d’oro durante i lavori di demolizione della sua casa.

Alla sontuosità delle sue feste univa in segreto la pratica di una splendida carità, e nelle sue opere di beneficenza tra il popolo si serviva come intermediaria di sua moglie, donna caritatevole e pietosa. Quando giunse il carnevale lo elessero presidente del comitato di Santo Stefano e fu lui l’eroe delle feste di Verona. Dopo poco tempo, essendo morta sua suocera, moglie del popolo, Zuliani le fece magnifici funerali, fece distribuire panni e denari ai poveri e scrisse lettere a tutte le autorità della provincia annunciando il suo lutto domestico.

Nel frattempo quando qualche curioso più sfacciato degli altri chiedeva conto a Zuliani circa la sua fortuna, “il duca” rispondeva invariabilmente: “tutti quelli che vogliono sapere da dove mi arriva il denaro che posseggo, si stancano inutilmente perché non lo sapranno mai. Questo è un segreto che morirà con me”.

In mezzo a questi splendori, quando maggiore era l’aureola che avvolgeva “il duca” un giorno Zuliani partì per Mantova e poche ore dopo arrivò a Verona la notizia che si era suicidato nell’albergo "Croce Verde", sparandosi un colpo sotto la barba.

Prima di intraprendere il viaggio aveva lasciato sopra il tavolo della stanza di sua moglie il suo orologio, il suo anello di diamanti e la fondina vuota della sua rivoltella.

Sua moglie, senza dubbio, non si allarmò perché Zuliani le aveva detto che sarebbe andato a Mantova per un affare dei Laschi.

Sopra il comodino, accanto al cadavere, si trovò la seguente lettera indirizzata a suo cognato: “I Laschi hanno voluto che io fossi cattivo, e mi dimostro cattivo. Ho bruciato i loro registri, e ora mi accingo a porre fine alla mia vita. Il mio segreto scenderà con me nella tomba. Solo due persone di alto rango sanno qualcosa. Per provvedere alle necessità di mia moglie si venda il palazzo e i mobili, pagando i pochi debiti che lascio. Se mia moglie lo desidera può sposarsi con un altro; però non le vorrà bene come me. Saluto il prefetto, il sindaco e i miei compagni.”

Gli unici antecedenti che si conoscono del suicidio sono che Zuliani ebbe un piccolo alterco con i Laschi per aver scritto per errore una partita di 8.000 lire nel bilancio della ditta, ma questo non alterava i risultati del bilancio; comunque egli si impegnò per rifarlo per trovare l’errore e portò a casa sua i registri contabili. All’arrivo a casa si mostrò molto tetro, disse alla moglie che doveva lavorare tutta la notte, si chiuse in camera sua e bruciò col petrolio tutti i libri contabili.

Il giorno seguente fu quando intraprese il viaggio per Mantova, e il fatto curioso fu che prese biglietto di andata e ritorno.

Con la sua morte il "duca di santo Stefano" si è portato nella tomba il segreto dell'origine della sua fortuna.

Era vera la notizia del giornale "L'Arena"? E Zuliani aveva trovato un tesoro? Avrebbe rinnovato "il duca" la novella del "Conte di Montecristo" di Alessandro Dumas? O dello "Scarabeo d'oro" di Edgar Poe?

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