File:Oreste-Baratieri-Memorie-d-Africa-1903.jpg

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Italiano: Recensione sulla stampa spagnola del libro Memorie d'Africa di Oreste Baratieri pubblicato dai Fratelli Bocca nel 1898 - tradotto in spagnolo nel 1903 da Amelio Garcialavin
Date
Source La Correspondencia militar 13.4.1903 pag. 3
Author La Correspondencia militar
Español: Memorias del general Baratieri. (Campaña italiana en Africa 1892 96)

Hace tiempo debiamos habernos ocupado de este interesantisimo trabajo, mas el afan de conocer a fondo cuanto en el se describe y la falta de tiempo, nos ha impedido hacerlo oportunamente.

Ayer apareciò en el Diario Oficial una Real orden concediendo al ilustrado primer teniente de Infanteria, nuestro querido amigo y compañero D.Amelio Garcialavin, la cruz blanca de primera clase de la orden del Merito Militar, y aprovechando este triunfo del ilustre traductor, damos estas cuartillas a la imprenta. El nos dispenserà el olvido.

Recompensa merecidisima es la concedida al Sr.Garcialavin, pues haciendo caso omiso del enorme trabajo que representa la traduccion de una obra del tamaño de las Memorias del general Baratieri (forma un tomo de 1.000 paginas) este libro ha venido a demostrarnos una vez mas lo que tan caro nos ha costado aprender en nuetras ultimas guerras coloniales, o sea la torpeza de los gobernantes y la falta de libertad de los generales en jefe, superditados siempre y en todo a esa fuente de desgracias que llamamos politica. El respetable cuanto desgraciado general Oreste Baratieri, procesado despues de la derrota de Adea o Abba Garima, en la que sufrieron los italianos la perdida de 3.998 individuos de tropa y 260 oficiales, se retirò a sus posesiones de Arco una vez absuelto libremente y allì se dedicò a la redaccion de sus memorias, en las que con datos irrefutables como son documentos oficiales hace la relacion de cuantos hechos procedieron a aquel desgraciadisimo combate.

Dice asì en su prologo el general Baratieri: “Herido por la mayor desventura me he retirado a la soledad de los montes natales y aquì en el silencio he meditado sobre los acontecimientos que nos han conducido a la catastrofe de Adua, con un solo objeto: el examen de mi conciencia. Cuantas esperanzas perdidas, que desengaños, que martieries habran señalado para mi aquel periodo desgraciado de nuestra vida colonial, que se cerraba con el luto de la Patria!

Recorderè las tristes jornadas de mi existencia y se me agruparon entorno las imagenes de tantas personas, los recuerdos de tantas cosas, mientre veia desplomarse el edificio a cuya construccion habia sacrificado todas mis facultades, todos mis pensamientos, todas mis affecciones en la confianza de servir a mi Patria.

Luchando contra la desesperacion y el desaliento, con el alma herida por el supremo dolor que sofoca toda otra pasion, me puse a analizar frente a mi mismo los hechos, decidido a buscar las causas y a estudiar las consecuencias. Exponiendolas cronologicamente con la mayor claridad posible. …………………………………………………………………………………………………………………………….

El corazon me sangraba pero los hechos historicos se presentaban a mi imaginacion mas evidentes cada vez y en mis angustias el alma se elevaba y purificaba desapareciendo todo sentimiento individual para no restar si no el dolor que abraza todos los dolores cuando la Patria ha sufrido. Y entonces escribì pensando en la Patria. Aquì donde adolescente aprendì a amarla antes de su resureccion y a aderarla grande y gloriosa; aquì donde he emigrado para consagrarme yo y toda mi vida a Ella; aquì donde he vuelto del destierro con el alma siempre en ella y con las mas risueñas esperanzas para su porvenir; aquì donde hoy vivo palpitando tanto mas por ella cuanto mas he sufrido y mas siento en mi corazon las jornadas de 1859 y 1880.

Y cuando se piensa en la Patria en este ambiente y con estos recuerdos los individuos se funden con los hechos las miserias desaparecen las iras se mitigan y surge grande y imperioso el deber la necesidad de la verdad.”

En todo el volumen se respira el ambiente de sinceridad de que hace gala su autor y una exquisita correcion y galanura en la traduccion española del distiguido literato senor Garcialavin al que sinceramente felicitamos.


Italiano: Traduzione dallo spagnolo:

Memorie del generale Baratieri (Campagna italiana in Africa 1892 96)

Da tempo avremmo dovuto occuparci di questo interessantissimo lavoro ma il desiderio di conoscere a fondo quanto in esso si racconta e la mancanza di tempo ci ha impedito di farlo in modo adeguato.

Ieri apparve sul Diario Oficial un ordine reale che concede all’illustre primo tenente di fanteria, nostro caro amico e collega Amelio Garcialavin, la croce bianca al merito militare e approfittando di questo successo dell’illustre traduttore diamo queste righe alla stampa. Questo ci scuserà la dimenticanza.

Ricompensa meritatissima quella concessa al sig. Garcialavin, considerando l’enorme lavoro che comporta la traduzione di un’opera delle dimensioni delle Memorie del general Baratieri (consistente in un volume di 1.000 pagine), questo libro torna a dimostrarci una volta di più quello che tanto caro ci è costato imparare nelle nostre ultime guerre coloniali ossia che la pigrizia dei governanti e la mancanza di libertà d’azione dei generali in capo sempre e in tutto ha origine in quella fonte di disgrazie che chiamiamo politica.

Il rispettabile quanto sfortunato generale Oreste Baratieri processato dopo la disfatta di Adua o Abba Garima, in cui gli italiani patirono una perdita di 3.998 soldati semplici e 260 ufficiali, si ritirò nei suoi possedimenti di Arco dopo essere stato assolto e lì si dedicò alla stesura delle sue memorie dove per mezzo di dati irrefutabili come sono i documenti ufficiali fa la relazione di quanti fatti portarono a quel disgraziatissimo combattimento.

Dice così nel suo prologo il generale Baratieri: “Ferito dalla maggior sventura mi sono ritirato nella solitudine dei monti natali e qui nel silenzio ho meditato sui fatti che ci hanno portato alla catastrofe di Adua con un solo obiettivo: l’esame della mia coscienza.

Quante speranze perse, che disinganno, che martirii, hanno rappresentato per me quel periodo disgraziato della nostra vita coloniale che si concludeva con il lutto della Patria. Ricordai i tristi giorni della mia esistenza e mi si affollarono intorno le immagini di tante persone, i ricordi di tante cose, mentre vedevo disintegrarsi l’edificio alla cui costruzione avevo dedicato tutte le mie facoltà tutti i miei pensieri tutti i miei affetti nella speranza di servire la Patria.

Lottando contro la disperazione e lo sconforto, con l’anima ferita per il supremo dolore che soffoca ogni altra passione mi misi ad analizzare di fronte a me stesso i fatti deciso a trovare le cause e a studiare le conseguenze esponendole cronologicamente con la massima chiarezza possibile.

……………………………………………………………………………………………

Il cuore mi sanguinava però i fatti storici si presentavano alla mia immaginazione più evidenti ogni volta di più e nelle mie angosce l’anima si elevava e purificava facendo sparire ogni sentimento individuale per non lasciare se non il dolore che comprende tutti i dolori quando la Patria ha sofferto. E allora scrissi pensando alla Patria, qui dove adolescente appresi ad amarla prima della sua resurrezione e a desiderarla grande e gloriosa; qui da dove sono emigrato per consacrare me stesso e tutta la mia vita a Lei; qui dove sono tornato dopo la disfatta con il cuore sempre rivolto a Lei e con le mie residue speranze per il suo avvenire; qui dove oggi vivo palpitando tanto più per essa quanto più ho sofferto e più mi affliggono il cuore le giornate del 1859 e del 1880.

E quando si pensa alla Patria in questo ambiente e con questi ricordi gli individui si fondono con i fatti le miserie spariscono gli odii si mitigano e sorge grande e imperioso il senso del dovere, la necessità della verità.”

In tutto il volume si respira questo senso di sincerità di cui fa mostra il suo autore e una squisita correttezza nella traduzione spagnola del distinto letterato signor Garcialavin con cui sinceramente ci felicitiamo.

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