File:Televisore CRT, a colori, 13 pollici, da tavolo, a transistor - Museo scienza tecnologia Milano 12154 01.jpg

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televisore CRT, a colori, 13 pollici, da tavolo, a transistor - Sony Trinitron KV 1300 E.   (Wikidata search (Cirrus search) Wikidata query (SPARQL)  Create new Wikidata item based on this file)
Author
Sony (progettista/ costruttore)
Title
televisore CRT, a colori, 13 pollici, da tavolo, a transistor - Sony Trinitron KV 1300 E.
Description
Italiano: Televisore con mobile in legno laminato, schermo autoprotetto con profili in plastica color argento Il cinescopio da 13 pollici è a colori, Trinitron, con angolo di deflessione 90°. Alla destra dello schermo si ha una colonna di comandi. Un selettore per canali VHF (da 1 a 12), una manopola per la selezione dei canali UHF, una manopola per l'accensione e una per la regolazione del contrasto, un tasto per la scelta di regolazione automatica o manuale del colore, due manopole per la regolazione del tono colore e del colore Lateralmente si hanno due fenditure per l'impugnatura Il retro è in plastica nera verniciata di bianco ed è forato per l'aerazione. Sul retro si hanno dei connettori per le antenne UHF e VHF, tre viti per regolare la posizione orizzontale e l'ampiezza verticale e orizzontale Fuoriesce il cavo per il collegamento alla rete elettrica All'interno si hanno il circuito supereterodina a stato solido, il cinescopio, l'altoparlante magnetodinamico.
Funzione

Apparecchio che riceve le immagini e i suoni trasmessi mediante il sistema della televisione (programmi televisivi). Visione a colori, sistema PAL Riceveva sia canali UHF che VHF.

Modalità d'uso

Il cinescopio è l'elemento che permette la ricostruzione (o sintesi) delle immagini ricevute grazie a fenomeni elettromagnetici ed elettronici. Il cinescopio del televisore è infatti un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l'intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il fascio elettronico (il catodo emette elettroni per effetto termoelettronico) e deviarlo in maniera periodica grazie all'azione di campi magnetici (Forza di Lorentz). In questo modo il raggio colpisce un punto sulla superficie interna dello schermo (anodo). Questa superficie è rivestita di materiale fluorescente che eccitato dall'energia degli elettroni emette luce. I dispositivi di deflessione del fascio vengono pilotati dal segnale ricevuto permettendo la ricostruzione dell'immagine ogni 1/25 di secondo dando allo spettatore la percezione del movimento Per ottenere la visione a colori, i fosfori distribuiti sullo schermo emettono le luci corrispondenti ai tre colori primari. Il cinescopio ha tre catodi così da poter eccitare per ciascun colore un solo tipo di fosforo separatamente. In questo modo si formano tre distinti schermi rosso-verde-blu che poi per mescolanza additiva permettono la realizzazione di tutti i colori oltre che la percezione del movimento La supereterodina è un circuito a conversione di frequenza, capace di ricevere e demodulare una vasta gamma di frequenze assicurando una ricezione priva di interferenze, crepitii e oscillazioni. Attraverso questo circuito era possibile convertire le frequenze ricevute ad una frequenza fissa chiamata frequenza intermedia alla quale operavano tutti i circuiti di filtraggio e demodulazione.

Notizie storico-critiche
L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. La visione collettiva (nei bar, nei circoli, ecc) giocherà nei primi anni un ruolo fondamentale Fino agli anni '50 i televisori erano caratterizzati da circuiti completamente a valvole montati su di un telaio. Il tubo catodico, all'inizio degli anni cinquanta, passa dalla forma tonda a quella quadrata e la sua apertura di deflessione da 70° a 90°, angolo che rendeva comunque gli apparecchi molto ingombranti e profondi. Il materiale utilizzato per il mobile era quasi sempre il legno e il tubo catodico era protetto da un vetro frontale a causa dalla fragilità del tubo catodico tenuto sottovuoto Già agli inizi degli anni '60 il panorama cambia: il pubblico diventa più numeroso, la visione non è più collettiva ma familiare, non ancora privata I tubi catodici assumono angoli di deflessione ancora più ampi (fino a 110°) riducendone così le dimensioni. Nel tubo catodico viene integrata la protezione (bonded) e nei televisori sparisce quindi il vetro frontale. Il legno comincia ad essere verniciato in poliestere Gradualmente, nel corso degli anni '60, i transistor sostituiranno le valvole, le materie plastiche sostituiranno il legno e l'aspetto dei televisori cambierà velocemente. Altro grande passo avanti di questi anni sarà la nascita della televisione a colori L'evoluzione tecnica principale dei primi televisori a colori risiede nella struttura del cinescopio: sullo schermo vengono depositati fosfori adatti ad emettere luci corrispondenti ai tre colori primari (rosso, verde, blu), in modo tale che per sovrapposizione additiva si possano ottenere tutti i colori. Per controllare l'eccitazione dei fosfori, il tubo catodico viene dotato di tre cannoni elettronici, uno per ciascun colore Nel 1954, negli Stati Uniti, cominciano le trasmissioni a colori, con lo standard NTSC ((National Television System Committee). In Europa arriverà nel 1967 con due diversi standard: SECAM (Sequential Couleur Avec Memoire, Francia e Paesi dell'EST) e PAL (Phase Alteration Line, Germania e UK). L'Italia, con grave ritardo, sceglierà lo standard PAL nel 1972. Le prime trasmissioni a colori italiane si avranno solo nel 1977 Questo televisore Sony veniva commercializzato nel nord Italia già all'inizio degli anni Settanta, per captare i programmi della Svizzera (CH1 banda IV) Questo televisore con circuito a stato solido ha un tubo catodico Trinitron (marchio della Sony). Questi cinescopi riunivano i tre cannoni elettronici presenti nei primi cinescopi a colori in uno unico con tre catodi ed erano di tipo a griglia forata con superficie dello schermo cilindrica anziché sferica. Questi schermi erano il 25% più luminosi degli altri esistenti in quegli anni. Lo studio per questi cinescopi fu realizzato da diversi ingegneri della Sony, in particolare Senri Miyaoka ideò il tubo cinescopio con tre catodi per la trasmissione a colori, Akio Ohgoshi sostituì la maschera forata (shadow mask) dei cinescopi a colori RCA con una griglia d'apertura (aperture grille) per la selezione dei fosfori depositati sullo schermo a strisce verticali I Trinitron sono stati prodotti dalla Sony dal 1968 al 2006 e sono stati usati anche per monitor di computer e, nella loro evoluzione tecnologica, sono diventati anche a schermo piano (nel 1996). La Sony ha vinto, nel 1973, un Emmy Award per i cinescopi Trinitron.
Date between 1972 and 1973
date QS:P571,+1972-00-00T00:00:00Z/8,P1319,+1972-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1973-00-00T00:00:00Z/9
Medium materiale plastico
Dimensions height: 31 cm (12.2 in); width: 47 cm (18.5 in)
dimensions QS:P2048,31U174728
dimensions QS:P2049,47U174728
institution QS:P195,Q947082
Accession number
12154
Object history Marchesi, Valerio
References
  • Soresini F. (2004) Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004, Albino (Bergamo), pp. 139−140
  • Grob B. (1955) La televisione, Turin
Source/Photographer Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.
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current13:33, 21 May 2016Thumbnail for version as of 13:33, 21 May 20161,280 × 933 (606 KB)Federico Leva (WMIT) (talk | contribs){{ICCD TRC | institution = {{institution:Museoscienza}} | permission = {{cc-by-sa-4.0}} | RSR1 = Brenni, Paolo | CTP = Industria, manifattura, artigianato | AUT1R = progettista/ costruttore | BIB2G = La televisione | AUT1N = Sony | CMPD = 2010 | INV...